Sommario: 1. cosa si intende per “recupero crediti”; 2. il tentativo stragiudiziale di recupero del credito; 3. il recupero giudiziale del credito; 4. l’insolvenza del debitore; 5. le procedure esecutive; 6. le spese legali per il recupero del credito.
1. Cosa si intende per “recupero crediti”?
A tutti è capitato nella vita di dover recuperare un credito. Le aziende sono spesso alle prese con clienti morosi ma non solo. Anche i privati possono trovarsi nella necessità di recuperare dei crediti: si pensi, ad esempio, al caso di chi si trovi ad acquistare della merce on line ma di non riceverla; oppure a chi si trovi a prestare del denaro ad un amico e a non riuscire più a farselo restituire. In questi casi è necessario avviare una procedura di recupero che, in alcuni casi, può comportare l’avvio di una azione giudiziale.
2. Il tentativo stragiudiziale di recupero del credito
Prima di avviare una procedura giudiziale è sempre opportuno tentare di individuare una soluzione stragiudiziale che eviti perdite di tempo e aumento dei costi. Per prima cosa è opportuno inviare al debitore una lettera di diffida. Se la diffida non produce alcun effetto è possibile accedere ad una delle procedure di conciliazione previste dalla legge: mediazione e/o negoziazione assistita. Nel primo caso ci si può rivolgere ad un istituto di mediazione per invitare il debitore ad un incontro con lo scopo di individuare una soluzione transattiva della vertenza. Nel secondo caso, tramite l’assistenza di un legale, si può invitare l’altra parte a stipulare un accordo in base al quale le parti si impegnano a cercare una soluzione amichevole della controversia. Il vantaggio delle procedure di conciliazioni stragiudiziali possoo riassumersi brevemente nella celerità; nella economicità e nel vantaggio fiscale di non dover versare la tassa di registro sugli accordi di conciliazione (fino al valore di euro 50.000,00=).
3. Il recupero giudiziale del credito
Se anche il tentativo stragiudiziale non sortisce alcun effetto è necessario procedere giudizialmente. La procedura più rapida ed economicamente vantaggiosa è il decreto ingiuntivo. Per poter depositare ricorso per decreto ingiuntivo è necessario che il credito sia liquido ed esigibile e che si abbia una prova scritta del credito stesso. In casi particolari è possibile ottenere l’emissione di un decreto immediatamente esecutivo che consente fin dalla sua emissione di poter procedere con l’attività esecutiva. In caso contrario sarà necessario attendere il decorso del termine utile per l’eventuale opposizione affinché il decreto venga dichiarato esecutivo. I costi per la procedura variano a seconda del valore del credito e vanno da euro 225,00= (per crediti inferiori ad euro 500,00=) ad euro 6.500,00= (per crediti di valore superiore a 1.500.000,00=) oltre a spese generali, IVA e cassa avvocati e contributo unificato (che varia da euro 21,50 ad euro 843,00 a seconda del valore del credito).
4. L’insolvenza del debitore
Il nodo dolente del recupero del credito è la insolvenza del creditore. E’ buona norma, infatti, effettuare, prima dell’avvio della procedura giudiziale, un’indagine patrimoniale per verificare la consistenza patrimoniale del debitore onde evitare di sopportare costi eccessivi a fronte di una pacifica incapacità del debitore di soddisfare il credito. Il debitore può essere sottoposto a procedure concorsuali con la conseguente necessità di doversi insinuare nella massa per sperare di veder soddisfatto il proprio credito oppure il debitore potrebbe rivolgersi ad un organismo di composizione della crisi nel tentativo di far fronte ai debiti offrendo ai propri creditori un piano di pagamento dilazionato o a saldo e stralcio della posizione debitoria.
Se si intende procedere esecutivamente si può scegliere tra l’azione esecutiva mobiliare o immobiliare in ragione delle informazioni che possono essere acquisite tramite apposite agenzie autorizzate oppure mediante il nuovo procedimento ai sensi dell’art. 492 bis c.p.c. (ricerca telematica dei beni del debitore). L’esecuzione mobiliare consiste nel pignoramento dei beni mobili di cui il debitore è custode ovvero del pignoramento presso terzi di eventuali crediti del debitore stesso (ad. esempio stipendio, conti correnti bancari, pensione, ecc… ecc…). Il pignoramento immobiliare colpisce, invece, i beni immobili di proprietà del debitore stesso. Le procedure esecutive comportano un ulteriore costo che dovrà essere sostenuto dal creditore in caso di esito negativo. E’, quindi, opportuno cercare di procedere esecutivamente con estrema cautela.
6. Le spese legali per il recupero del credito
E’ evidente che i costi per un eventuale recupero del credito rimasto senza esiti positivi può comportare una spesa importante per il creditore. E’ quindi necessario che i costi siano chiari fin dall’inizio della procedura. Per questa ragione consigliamo sempre di far fare un preventivo accurato delle spese e dei compensi professionali che dovranno essere versati al professionista indipendentemente dall’esito della procedura di recupero. Può essere utile dotarsi di una polizza assicurativa a copertura delle spese legali (c.d. tutela legale) in modo da poter fruire della copertura in caso di necessità future. Si può anche concordare con il professionista un compenso forfettario se le procedure di recupero sono seriali e numericamente importanti in modo da contenere i costi e consentire comunque di tentare il recupero delle somme dovute.
Se vuoi avere maggiori informazioni ti preghiamo di compilare il seguente modulo indicando nome e cognome, indirizzo mail e, nel corpo del messaggio, specificare per quale genere di recupero crediti chiedi informazioni (ad es. recupero crediti aziendali vs. clienti aziendali / privati / consumatori, recupero somme da privato a privato), il numero dei recuperi preventivati annualmente (se seriali) e la media degli importi da recupare (se seriali) oppure l’importo da recupare.
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